FASHION SHOW

Z ZEGNA – SPRING SUMMER 2015

Il challenge di Paul Surridge: re-inventare un brand fashion con nuovi dettagli sport e linee sartoriali, prese in prestito dall’abbigliamento  formale. Mission Impossible? Non per Surridge, che é riuscito persino a mixare un must del conformismo come il Galles  con un disegno pentagonale. Equilibrio e armonia fra tre linguaggi diversi: Moda, Classico e Sport.

The challenge … Continua a leggere →

BURBERRY PRORSUM – SPRING SUMMER 2015

Christopher Bailey è un “battitore libero”: onore al merito. Normalmente le sue collezioni ignorano le tendenze generali e lui gioca una partita tutta sua. I blouson, i soprabiti, gli abiti vengono messi in gran risalto grazie ad uno styling di tutto rispetto: ogni uscita con un cappello e con una borsa, ogni passo dei modelli reso prezioso da un bel lavoro sulle calzature. Colorata, fresca (anche se poco estiva). Intensa.

Christopher Bailey … Continua a leggere →

MOSCHINO – SPRING SUMMER 2015

Jeremy Scott ha scelto Londra per debuttare il menswear Moschino. Alcuni pezzi sono indovinati, altri meno; l’impressione generale è che il designer possa fare di meglio, come del resto ha dimostrato con talento e intuito nella collezione donna che, rispetto a questa, era più omogenea nella sua stravaganza e nella sua freschezza. Trasportare l’ironia e la vitalità di Moschino nell’uomo è più complicato. E il casting non è stato d’aiuto, anzi.

  

Jeremy Scott chose London … Continua a leggere →

PARIGI: CERRUTI 1881, GIVENCHY, MAISON MARTIN MARGIELA

CERRUTI 1881


Aldo Maria Camillo dà l’ennesima prova di spessore e di gusto. La sfilata – che è ancora più ricca di contenuti fashion rispetto a quella della P/E – raggiunge il cuore di un uomo un po’ misterioso e bohémien. Cerruti 1881 si allinea alle tendenze del prossimo A/I e presenta cappotti molto lunghi, mantelle, larghi riquadri. Mirabolanti a dir poco, le stoffe lavorate con dei “bassorilievi” che  creano un gioco di simmetrie geometriche che rammenta il labirinto di siepe di “Shining”… e i giardini di Versailles. Sono sorprendenti i cappotti-gilet, cioè senza maniche, che gli indossatori vestono sopra un secondo paletot, leggermente più corto, e che nella quotidianità saranno bellissimi da mettere sopra una maglia molto pesante o proprio sopra l’abito intero (molto asciutto, anche nella versione doppiopetto 8 bottoni). La nuova foggia dei pantaloni, molto aderenti o viceversa molto larghi sul bacino e con il cavallo basso e in entrambi i casi molto corti, aggiungono un ulteriore segno caratterizzante. Applausi.

GIVENCHY


Bravo Riccardo Tisci. Le sue prime collezioni mi avevano lasciato tiepido e perplesso, mi erano sembrate “forzate” e anche troppo monotematiche; e forse non mi sbagliavo. Ho sottovalutato però che il suo progetto ha funzionato grazie a queste caratteristiche, affermandolo – da subito – nell’olimpo dei top designer. Adesso che Tisci è in cima alla vetta, il compito di mantenere alto il livello di aspettativa è anche più difficile: ma in questa sfilata ha dato il meglio di sé e – senza compromettere il suo wild-fashion-side – è riuscito ad addolcire la collezione, che è davvero ampia, completa, incredibilmente ricca di dettagli da scoprire uno ad uno. Molto Moda, Molto Bella.

MAISON MARTIN MARGIELA


Probabilmente il nuovo management non fatto in tempo ad assorbire i codici di lettura della moda di Margiela. L’immagine – straordinaria – dello stilista “invisibile”, che ha già lasciato il brand diverso tempo fa nelle mani del suo team, era rimasta quasi intatta in questi ultimi anni. Oggi come oggi resta poco di quel mondo, ma neppure c’è stata una rielaborazione radicale ma con una direzione dai contorni decisi; forse perché è la prima. Vedremo più avanti.

PARIGI: VALENTINO

Prima della nomina di Chiuri e Piccioli come creative directors del brand, il menswear di Valentino era un classico/tradizionale che nell’ultimo decennio aveva perso molto: delle foto di Roversi per l’ADV negli anni ’90, con David Boals avvolto dal trench in velluto liscio, e  delle sontuose collezioni di quel periodo, già nel 2000, restava ben poco. Saper “resuscitare” un Nome tanto importante come VALENTINO, dopo più di dieci anni di “silenzio”, è complicatissimo. Maria Grazia e Pier Paolo ce l’hanno fatta. Come? Grazie ad una strategia prudente e ad una moda che non è stata da subito “gridata”, ma costruita a piccoli (ma non impercettibili) passi: dalla prima sfilata a Pitti – 5 edizioni fa – fino a Parigi. Di volta in volta le collezioni si sono articolate e  sono diventate sempre più complete, grazie anche al grande lavoro che è stato fatto anche sugli accessori; fino ad arrivare ad oggi, al successo conclamato. Stupende le campagne pubblicitarie, bellissima la boutique che ha inaugurato ieri sera a Parigi, meravigliosa la sfilata: la coppia di stilisti ha l’intelligenza e la sensibilità di consolidare e di sviluppare i must-have che li hanno portati al top, come il camouflage e il denim, e di aggiungere – anche stavolta – nuove idee che convergono in un punto di sintesi tra Moda e Classico.