FASHION VICTIMS

V COME VELLUTO

    SITO ALE(2)streetstyle-velluto-inverno-2017-2018-01

A sinistra, scatto di Federico Miletto per The Men Issue, Styling Giovanni de Ruvo. A destra, Stefano Tonchi in uno scatto di streetstyle (fonte: Adversus)

L’alfabeto della moda oggi chiama in causa la lettera V, per velluto.
Esistono diverse tipologie di velluti, ottenute attraverso varie lavorazioni: da quello dévoré, al velluto a coste, al froissé dall’aspetto sgualcito, fino ai velluti elasticizzati e quelli utilizzati per l’abbigliamento sportivo. Il velluto liscio, però, rispetto agli altri, nella sua semplicità e tatto fluido è da sempre simbolo di classe, riveste e cela ogni cosa, vantando un’innata bellezza, unita a eleganza e mistero.

La sua origine probabilmente risale al XIII secolo circa in Oriente, diventando poi celebre anche in Europa grazie alla lavorazione dei maestri Palermitani e Veneziani. Apprezzato dalle classi nobili, quello che andava per la maggiore era decorato: con disegni gotici, fiori stilizzati, oppure con ricami di alberi, uccelli, in modo da ricordare i velluti orientali. Con il Rinascimento diventa ancor più simbolo di opulenza, sfoggiato nell’abbigliamento e negli arredi delle dimore aristocratiche.

Il velluto accarezza i nostri sensi, una caratteristica che ha acquisito molteplici sfaccettature nel tempo. Usata per definire una voce calda, o il tocco morbido di una rosa, una tenera carezza, fino al potere, al lusso estremo, al mistero e all’erotismo, la parola velluto, infatti, compare in diversi testi di canzoni, o titoli di film e romanzi, assumendo molto spesso significati contrastanti.

Nel gruppo musicale rock new wave dei Velvet Underground, così come nella omonima novella pornografica dove si descrive la sfera sessuale underground americana dei primi anni 70, il velluto prende forma e potenza, adattandosi esattamente ai testi e alla poetica del gruppo musicale.
In Blue Velvet, film del 1986 di David Lynch, questa parola ci fa addentrare in una sfera noir, avvolgente e fatta di perdizione e voyeurismo.
In assoluta contrapposizione, nell’espressione Rivoluzione di Velluto, manifestazione pacifica del 1989, il termine viene utilizzato con un’accezione di delicatezza, una richiesta gentile e non violenta che riesce a rovesciare il regime Comunista Cecoslovacco.

Anche nella moda il velluto, in base ai suoi utilizzi, colori e fattezze cambia di significato: nei toni del rosso o comunque in colori scuri è autorevole, elegante e raffinato, se indossato in toni neutri o pastello diventa piu aggraziato e dolce, nei marroni e toni delle terre ha un sapore vintage e casual.
Nelle collezioni attuali autunno/inverno, così come potete vedere nella gallery che vi proponiamo, i designer rappresentano il velluto in varie forme e colori, da Dries Van Noten con il suo bomber blu con ricami floreali, a Emporio Armani che taglia in due parti esatte la giacca con un effetto patchwork, a Gucci che propone una vestaglia da camera verde acceso con passamanerie ed alamari in perfetto stile orientale.
Nello scatto realizzato da Federico Miletto per The Men Issue, il modello indossa una giacca dal taglio classico in velluto rosso della fall winter 18 di Golden Goose Deluxe Brand, con camicia e cravatta, rendendolo attuale e anticonformista con l’utilizzo di un pantalone in pelle ampio e boots. Nello scatto di street style, invece, vediamo l’Editor in chief di W Magazine, Stefano Tonchi, indossare un total look in velluto liscio con camicia, pochette nel taschino, maglia jacquard e penny loafer nei toni del marrone, tutto dal sapore un po retrò. Giovanni de Ruvo

Gucci, f/w 2018/19

The fashion alphabet today is about V, for Velvet. … Continua a leggere →

PORTABLE NOSTALGIA

GUCCI

Shopper, Gucci, s/s 2018

Alessandro Michele questa primavera/estate ci accompagna su una vena particolarmente nostalgica, ricca di riferimenti e infusa di un’allure vintage. In linea è quindi il recupero dell’emblematica GG, dalle iniziali del fondatore della Maison Guccio Gucci, come solo elemento decorativo: il logo, in pelle a contrasto con lo sfondo scuro scamosciato, campeggia racchiuso in una cornice sulla maxi-shopper. Un must-have che sarebbe piaciuto anche negli anni Sessanta. A cura di Angelica Pianarosa, Foto Michele Gastl. 

Alessandro Michele for this spring/summer

… Continua a leggere →

FUTURE IS PRESENT

NIKOPANDA

Felpa, Nicopanda disponibile su amazon.it, s/s 2018.

La pratica del See Now, Buy Now ormai non desta più sconcerto negli addetti ai lavori, figuriamoci nei fashionisti che possono cogliere la possibilità di acquistare i futuri must-have all’istante. Così è stato per la Spring/Summer 2018 di Nicopanda, marchio di streetwear amato dai giovanissimi frutto della creatività di Nicola Formichetti, stylist italo-giapponese celebre soprattutto per le sue collaborazioni con personaggi di fama internazionale (vedi Lady Gaga): una capsule di sei pezzi sport-moda, caratterizzati dal logo un po’ manga, presentata durante lo show di Londra lo scorso settembre, si è resa subito disponibile all’acquisto in esclusiva su Amazon Moda, tramite il servizio Prime Now. A cura di Angelica Pianarosa, Foto Michele Gastl. 

The practice of See Now, Buy Now

… Continua a leggere →

SHORT SHORTS


TOM-BROWN

Shorts, Thom Browne, s/s 2018.

Uno dei maggiori trend dell’estate 2018 è il pantalone corto. Non bermuda, corto: mostrare polpaccio e mezza coscia torniti (si spera) sarà un must, spesso giocando con abbinamenti inusuali – gli shorts come completamento di un outfit altrimenti classico, oppure portati con grosse maglie tricot – o con le lunghezze – gambe scoperte ma spolverini lunghi e leggeri. La collezione s/s18 di Thom Browne è certamente una delle più emblematiche: lo stilista americano propone sia una versione “sobria”, in principe di galles grigio, che una versione decisamente sgargiante con zip laterale, tanto per osare fino in fondo. A cura di Angelica Pianarosa, Foto Michele Gastl. 

One of the main trends of summer 2018 is the shorts.

… Continua a leggere →

CAMO FOX

EASTPAK

Borsa, Eastpak x Maison Kitsuné, s/s 2018.

Un colosso americano, che ha accompagnato generazioni di viaggiatori e studenti. Un brand franco-giapponese molto cool, nato dalla collaborazione creativa tra il manager di Daft Punk, Gildas Loaëc e l’architetto Masaya Kuroki. Eastpak e Maison Kitsuné s’incontrano, dando vita a una capsule di cinque pezzi, tra zaini, borse e valigie: forme e materiali sono Eastpak, stampe e rifiniture sono Kitsuné. La shopper bag è così doppiamente iconica, grazie al marchio sulle cinghie e al logo vintage Eastpak 1952; la peculiare stampa camouflage, che nasconde piccole volpi, fa un particolare contrasto con i dettagli in rosso. Il risultato è sportivo e raffinato allo stesso tempo. A cura di Angelica Pianarosa, Foto Michele Gastl. 

An american giant, that went along generations of travellers and students. A very cool french-japanese brand, born from the creative collaboration between the manager of Daft Punk, Gildas Loaëc, and the architect Masaya Kuroki. Eastpak and Maison Kitsuné connect up giving birth to a capsule of five, between bags, backpacks, trolleys: shapes and materials are Eastpak, prints and details are Kitsuné. The shopping bag is doubly iconic, thanks to the logo printed on the straps and the vintage logo Eastpak 1952; the peculiar camouflage print, that hides little foxes, makes a particular contrast with red details. The result is sporty and refined at the same time. Edited by Angelica Pianarosa, Ph. Michele Gastl.