KOONESS.COM PRESENTA: GUIDO BISAGNI

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TELL ME MORE | Artist Interview: GUIDO BISAGNI – 108

108 (Guido Bisagni) nasce ad Alessandria nel 1978. Fra i maggiori esponenti del Post-graffitismo in Italia, inizia la sua ricerca artistica con un approccio al graffito tradizionale. Alla fine degli anni Novanta, dopo il trasferimento a Milano nel 1997 e la laurea in disegno industriale, la sua cifra stilistica evolve formalmente e concettualmente, tanto da diventare uno dei primi ad utilizzare numeri e non lettere per firmare i propri lavori.

Quanti anni hai e da dove vieni? Le tue origini hanno influenzato la tua visione artistica?

Ho da poco compiuto 40 anni e sono nato ad Alessandria. Senza dubbio i luoghi in cui sono nato e vissuto hanno influenzato quello che faccio e non solo, come del resto i miei avi e le loro origini, che si perdono andando indietro di generazioni, in giro per il nord Italia, da ovest a est. Sicuramente i racconti che sentivo da piccolo sono finiti in gran parte nel mio inconscio e mano a mano stanno riemergendo nel mio lavoro. Attualmente vivo tra Alessandria e Milano (dove ho studiato e vissuto per alcuni anni in passato) e viaggio per gran parte del tempo, e anche questo mi influenza molto.

Cosa vuol dire per te essere un artista?

È difficile spiegarlo, ci ho messo anni a riuscire a auto-definirmi artista. Ho sempre paura di banalizzare. Si tratta prima di tutto di una ricerca che va nel profondo e con la quale cerco di trovare, per lo meno, un senso alla mia vita. Mi sono sempre piaciute tutte le forme d’arte, visive e non solo, ma non è per quello che mi ritrovo ad essere un artista. Credo sia il fatto di non essermi mai trovato a mio agio e di non riuscire ad accontentarmi. Voglio dire che non mi accontento di vivere questa vita mediocremente, ci dev’essere uno scopo, non sono nella situazione di poterlo comprendere davvero quindi cerco di farmi guidare dall’istinto o dall’ispirazione, ma è molto difficile. È un pò questo detto in tre povere parole.

Quali sono i riferimenti artistici e culturali che ti hanno influenzato?

Ce ne sono troppi, molti sono talmente entrati in profondità che li ho dimenticati. Una lista brevissima: le decorazioni interne del tumulo di Gavrinis e il megalitismo in generale, le simbologie della ciclicità del tempo, le pietre coppellate, l’arte pre-classica nell’Europa antica, l’antico Egitto, la mitologia greca, nordica, etrusca, celtica (…), l’arte cinese antica, Pitagora, quasi tutta l’arte giapponese, l’arte romanica e gotica, Hieronymus Bosch, lebens reform, le avanguardie, Russolo e l’arte dei rumori, Malevich, Kandinsky, Jean Arp, C.G. Jung, Sironi, Fellini, Tarkovsky, Burri, i cartoni animati giapponesi, l’industrial, il punk e soprattutto post-punk, l’HC, lo skateboard negli anni ’90, i graffiti, Lynch, il folklore europeo e la stregoneria, la religiosità popolare, il noise giapponese, il “minimalismo nordico”, (induismo e) buddismo, shintoismo, le ferrovie, città come Venezia o Praga e potrei andare avanti per pagine e pagine.

Cosa è per te l’ispirazione?

È una piccola illuminazione, quando come per magia mi viene in mente un’immagine o un’idea e tutto mi sembra che funzioni perfettamente. Meraviglioso.

Cosa ne pensi del sistema dell’arte contemporanea?

Anche se io sono principalmente un pittore, amo il fatto che si siano superate le tecniche classiche dell’espressione e questo ha aperto infinite possibilità. Queste possibilità poi non vengono usate sempre in modo interessante, anzi molte volte sono solo una via di fuga per scappare alla mancanza di capacità tecnica. Ma a dire il vero ci penso poco, non penso che l’arte contemporanea vera al momento si trovi in gallerie e nei musei in questo periodo.

Pensi che i social media e le piattaforme online siano un mezzo utile per diffondere le proprie opere?

Penso di si, per quanto mi riguarda sono il mezzo che prediligo. Se uno sa come usarli sono molto utili sia per trovare artisti interessanti sia per farsi conoscere. Anzi direi che sono essenziali, specialmente se uno non vive a New York per esempio. Io non ci vivo e non credo nemmeno di volerci vivere, non penso neanche che le cose migliori e più innovative si trovino li. Però è li che si vedono e si incrociano. Io ad esempio che anche se viaggio spesso e credo di potermi considerare abbastanza internazionale, ho comunque la base in un piccolo centro e questo me lo posso permettere anche grazie ad internet e ai social media. Il mio intero percorso artistico si è sviluppato parallelamente ad internet dalla fine degli anni 90. Anche qui poi ci sono gli effetti collaterali e gli aspetti negativi.

Progetti futuri?

Circa un mese fa si è conclusa una mostra a Parigi che mi è costata molte energie, fino a fine maggio c’è una collettiva a Roma (da Varsi) in cui presento una serie di nuove serigrafie che ho realizzato con Arturo 56 fili. Fino al 15 giugno poi partecipo a un’altra piccola collettiva a Valencia da Plastic Murs, in cui presento 3 nuove carte. Quindi in questo momento vorrei rallentare un pochino, ma so che non ce la farò: sono previste alcune performance sonore live, i soliti viaggi estivi in giro per il mondo tra muri e progetti vari e forse una cosa in Giappone, ma ancora non lo so. Per il 2019 sto parlando con Michela D’Acquisto per la prossima mostra da Antonio Colombo Arte a Milano, ma vedremo i particolari più avanti.

Le opere di 108 sono disponibili per la vendita online su Kooness.

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108 (Guido Bisagni) was born in Alessandria in 1978. He started to paint approaching traditional graffiti, but he soon matured a personal and original artistic style.
Now he represents abstract and poetic forms, creating the traces of a deep reflection, painting large minimal figures that invade both abandoned spaces and art galleries.
He is represented by Galleria Antonio Colombo in Milan, Galerie Slika in Lyon and Galerie Celal in Paris. How old are you and where do you come from? Do your origins influence your artistic vision? I’m 40 years old and I was born in Alessandria, Piemonte. The places where I born and I lived have influenced what I do for sure and not only, also my ancestors and their origins that are lost going back to the generations of my grandparents around northern Italy, from west to east. Surely the stories I heard as a child ended up largely in my unconscious and gradually reemerged in my work. I currently live between Alessandria and Milan (where I studied and lived for some years in the past) and I travel a lot of the time, this also influences me a lot. What does it mean for you to be an artist? It is difficult to explain it, it took me years to be able to define myself as an artist. I am always afraid of trivializing. First of all, it is a research that goes deep and with which I try to find, at least, a meaning to my life. I have always loved all forms of art, visual and not only, but it is not for what I find myself to be an artist. I think it’s the fact that I’ve never been at ease or satisfied. I mean I’m not happy with living this life in a mediocre way, there must be a purpose, I’m not in the situation to really understand it so I try to be guided by instinct or inspiration, but it’s very difficult. This is it, in a few words. What are the artistic and cultural references that influence you? There are too many, many have entered so deeply that I have forgotten them. A very short list: the internal decorations of the tumulus of Gavrinis and megalithism in general, the symbols of the cyclicity of time, the cup marked stones, the pre-classical art in ancient Europe, ancient Egypt, Greek mythology, Nordic, Etruscan, Celtic (…), ancient Chinese art, Pythagoras, almost all Japanese art, Romanic (and Gothic) art, Hieronymus Bosch, lebens reform, the avant-garde, Russolo and the art of noise, Malevich, Kandinsky, Jean Arp, CG Jung, Sironi, Fellini, Tarkovsky, Burri, Japanese cartoons, industrial, punk and above all post-punk, HC, skateboarding in the 90s, graffiti, Lynch, European folklore and witchcraft, popular religiosity, Japanese noise, “Nordic minimalism”, Hinduism, Buddhism, Shinto, the railways, cities like Venice or Prague and I could go on for pages and pages. What do you think about the contemporary art system? Although I am primarily a painter, I love the fact that we overcome the classical techniques of expression and this fact opened up endless possibilities. These possibilities are not always used in an interesting way, but many times they are just an escape to hide the lack of technical ability. But to be honest I do not think much about it, I don’t think that true contemporary art is currently in galleries and museums in this period. Do you think that social media and online platforms are a useful way to spread your works? I think so, as far as I’m concerned, it is my favorite medium. If one knows how to use them, they are very useful both to find interesting artists and to make yourself known. In fact, I would say that they are essential, especially if one does not live in New York for example. I do not live there and I do not even think I want to live there, I do not even think that the best and most innovative things are there. But it is there that we see and come across them.  For example, even if I travel often and I think I can consider myself quite international, I still have my base in a small center and I can also afford this thanks to the internet and social media. My entire artistic career has developed in parallel with the Internet since the end of the 90s. Of course, there are the side effects and negative aspects too.Future projects? One month ago I closed an exhibition in Paris that cost me a lot of energy, then there is a collective exhibition in Rome (from Varsi) until the end of May where I present a series of new silk-screen prints I made with Arturo 56 Fili. There is another small collective in Valencia at Plastic Murs until June 15th, where I present 3 new papers. So right now I would slow down a little, but I know I will not: there will be some live sound performances, the usual summer trips around the world between walls and various projects and maybe one thing in Japan, but I still do not know. For 2019 I’m talking to Michela D’Acquisto for the next exhibition by Antonio Colombo Arte in Milan, but we’ll look at the details later.

The works of 108 are available for sale online on Kooness.

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