Archivio di luglio, 2017

T COME TRENCH

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Trench, Sealup, fw 2017/18

Oggetto di culto nel cinema (da Humphrey Bogart in Casablanca, a Warren Beatty in Dick Tracy), il trench, realizzato tradizionalmente in gabardina, ma riproposto sulle passerelle in tessuti high-tech e colori vivaci, ha attraversato le epoche e resta un essenziale del guardaroba maschile.
Dall’inglese trench coat, ovvero cappotto da trincea, lo troviamo qui in due scatti. Il primo, realizzato per The Men Issue da Michele Gastl, vede protagonista un trench in cotone foderato doppiopetto della collezione fall/winter 17/18 di Sealup (foto di Michele Gastl). Nel secondo scatto, realizzato (da Federico Miletto, con styling di Luca Roscini) per il numero di gennaio/febbraio 2010 di Style Magazine, il trench è firmato Burberry Prorsum, marchio britannico che ha fatto proprio questo capo di abbigliamento, rendendolo, con la sua fodera a stampa check, un feticcio per gli amanti della moda e del vintage.
Detto anche impermeabile, con allacciatura a doppiopetto, spesso con manica raglan e cintura in vita, è un passe-partout della mezza stagione. Styling e testo di Giovanni de Ruvo

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Trench, Burberry Prorsum, ss 2010

Iconic in several movies (from Humphrey Bogart in Casablanca, to Warren Beatty in Dick Tracy), the trench, … Continua a leggere →

COMMERCIALE VS. REALE

falabellaBorsone e zaino Falabella in nylon eco-sostenibile, con rivestimento interno ottenuto da bottiglie di plastica riciclate.

Dalla collezione uomo ss17 Stella Mc Cartney

“Sarà al mentolo l’ultima scoria” cantava Lucio Battisti nel celebre Canto Brasileiro. Era il 1973 e non ci poteva immaginare che anche l’etica della moda sarebbe stata investita da un fenomeno analogo a quello usato per i formaggini: l’uso del marketing ecologico per vendere vestiti, calze e tutto il resto. Perché c’è una certa differenza fra l’elaborazione morale a favore del pianeta e degli esseri viventi, animali inclusi e l’uso di questi concetti in senso commerciale.

Si può obiettare che il risultato finale è buono, cioè la diffusione delle idee e il finale minor impatto sull’ambiente, ma il diritto di restare perplessi rimane, assieme ad un certo stupore fra il dire e il fare delle aziende.

Tuttavia si va avanti a piccoli passi, spesso sperimentali, spesso incerti sul sfondo finale della ricerca di un minore impatto sulla Terra. La Wolford sta mettendo a punto un tessuto ecologico che si dovrà dissolvere nell’ambiente in modo non solo da non danneggiare il verde ma di fondersi con lui. Calze e lingerie d’autore saranno prodotte con un polimero di fibra cellulosica “cradle to cradle”. Ci mangeremo i collant? Spero di no, ma se dovesse diventare utile, ne parleremo.

Riparliamo di Stella Mc Cartney, paladina del cruelty free, che ha dichiarato guerra alla plastica e lavora ad una nuova fibra tessile ricavata dai rifiuti marini. La borsa “Falabella Go”, presentata a Parigi di recente, è di questo nuovo materiale, utilizzato per produrre anche delle sneakers siglate adidas. Secondo la stilista “ ricavare abiti dalla spazzatura sarà un nuovo lusso”. Ci permettiamo di dubitarne, anche se lodiamo le intenzioni. Perché sempre di plastica si tratta, anche se riciclata. Forse sarebbe meglio trovare il modo di usare materiale naturale senza accanimenti e orrori. Forse. Luisa Ciuni

 

“The last waste will be
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STYLE MAGAZINE 2007

It was the jubilee of the Venice Film Festival. How did Style Magazine celebrate it? With outfits inspired by Louis Garrel in the Dreamers – between Bertolucci and memories of Rodolfo Valentino. Ph. Johan Sandberg, Styling Luca Roscini.

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