fashion revolution day

WHO MADE MY CLOTHES?

Schermata 2016-05-09 a 13.12.13

“Chi ha fatto i miei vestiti?”. Con questo slogan si è celebrato nei giorni scorsi il “Fashion revolution day“, una manifestazione kermesse a favore della moda etica che il 24 aprile, ha voluto ricordare come sempre la strage del Rana Plaza in Bangladesh. Un complesso produttivo che nel 2013 crollò seppellendo oltre mille persone prevalentemente sartine che vi lavoravano all’interno, intente a produrre abiti per il mondo occidentale. Dopo molto dibattito, una proposta: spingere la gente ad aderire al movimento ‘chi ha fatto i miei vestiti?’ indossando gli abiti a rovescio per mostrarne l’etichetta e poi chiedere attraverso i social ai produttori da chi provengano jeans, T-shirt, cappotti, giacche. O, (perché no?) eleganti abiti da sera. Si tratta di una provocazione che ha un suo perché, portata avanti da chi non vuole più premiare chi fa cucire i vestiti in Estremo Oriente a prezzi da fame e poi non lo dichiara nell’etichetta. Di fatto è una giustificata richiesta di trasparenza che va oltre la semplice domanda, la provocazione elementare. E che rivela come la coscienza del consumatore stia evolvendo piano verso una maggiore consapevolezza del prodotto, un po’come è accaduto con il cibo con l’accresciuta richiesta di prodotti bio e a chilometro 0. Chi mangia sano con un occhio anche alla salute del pianeta (oltreché alla propria) ormai desidera anche un abbigliamento salubre per sé stesso ed etico per la Terra. E non accetta di sovvenzionare lavoro schiavistico o addirittura minorile. Funzionerà? Chi scrive non crede che la protesta spingerà i marchi a dichiarare chi cuce gli abiti e dove ma ritiene che il movimento di opinione li costringerà a produrre prodotto rintracciabili senza timore di figuracce. E a farlo sapere. Non per amore della causa ma del marketing. Ci guadagnerà? É probabile e non irrealistico. Del resto l’insalata bio è più cara di quella comune, no? Figuriamoci le magliette. Luisa Ciuni

 

“Who made my clothes?”.

… Continua a leggere →