Archivio di novembre, 2013

(NOT ONLY BLACK) TIE

E’ possibile immaginare il Conte Galeazzo Ciano – uomo-immagine del regime, nonché Ministro degli Esteri del Regno d’Italia – nel palco dell’Opera di Roma in… “fumante”? Pur con un certo sforzo, si deve riuscire nell’operazione. Poiché, nell’imperativa campagna di italianizzazione dei termini stranieri praticata durante il ventennio, “fumante” altro non è che la traduzione di smoking, il completo da sera maschile per  eccellenza. Per quanto grottesca, l’espressione “fumante” rimanda – proprio come “smoking” –  alle originarie occasioni d’uso del capo: al termine delle cene di gala, negli intervalli di una rappresentazione teatrale, nei casinò, durante i balli o altre serate mondane, era consuetudine che gli uomini si separassero dalle signore per fumare, così da non arrecare loro molestia con l’odore del tabacco. Del resto, lo smoking attuale ha un antesignano anglosassone in una sorta di veste da camera – smoking jacket  – indossato sopra l’abito perché quest’ultimo non si impregnasse di fumo. Nell’accezione comune, lo smoking figura come il nonplusultra del glamour al maschile. In effetti, è il risultato di una notevole semplificazione borghese della “tenue de soir”, una volta scomparse le leziosità Ancien Régime. E’ un capo piuttosto recente, inesistente sino al 1860 circa. Leggenda vuole che il primo smoking sia stato tagliato nel 1865 in Savile Row per il Principe di Galles, erede al trono per svariati decenni e poi Re Edoardo VII. Ma dalla sua “invenzione” lo smoking necessita ancora di un ventennio per soppiantare il frac come abituale completo da sera.

Smoking nell’Europa continentale; dinner jacket – nella terminologia attuale – nel Regno Unito; dinner suit in Australia e tuxedo nel Nord America – perché debutta per la prima volta al Tuxedo Club nel New Jersey. Qualunque sia la variazione lessicale adottata, il concetto porta in sé l’idea di eleganza, ma anche di rigore e soprattutto di regola. E le regole non mancano: non si indossa prima delle 18; ha i rever in satin ed i bottoni ricoperti nello stesso tessuto; dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere soltanto nero, come il papillon, ma anche a questo proposito vale il “dovrebbe”… Il suo taglio riflette quello dell’abito formale: sottile dalla Belle Epoque a tutti gli anni Venti e poi di nuovo nei Sessanta, più generoso nelle proporzioni nei decenni intermedi. Tante regole, altrettante eccezioni. gli Statunitensi adorano la giacca bianca – indimenticabile quella di Humphrey Bogart in “Casablanca” – che fa sempre “gentiluomo del vecchio Sud”. Negli anni Trenta il Duca di Windsor – lui poteva permetterselo – osa il midnight blue in alternativa al nero. Dai Quaranta in poi i gruppi musicali – dai Platters ai Beatles pre infatuazione indiana – sfoggiano giacche colorate e persino laminate – sul pantalone nero. Con l’avvento dell’era beat e del glam rock poi, la situazione pare sfuggire di mano. Per lo smoking valgono tutti i colori del caleidoscopio, i papillon si ingigantiscono come i risvolti, i pantaloni si allargano “a zampa d’elefante”, al posto della scarpa stringata in vernice nera si vedono persino stivaletti con tanto di plateau. Gli eroi del flower power applicato alla tenuta da sera maschile sono Elton John, Mick Jagger, il primo David Bowie, Björn e Benny degli Abba. Ma, si sa, le mode passano. Resta lo stile. Giorgio Re

 

HARPER’S BAZAAR UOMO 1994

The Milan architectures compared with the symmetries of the “Architect of Fashion”, Mr Gianfranco Ferrè. Ph by Davide Cernuschi, Top Model Jamie Kelly.

VIDEO IO DONNA SPECIALE UOMO – COOL MOUNTAIN

SCHEMA LIBERO REVIVAL

Revival. Chinatown is one of the best American movies of the 70s. It won the Oscar Award for the screenplay by Robert Towne but it should have deserved to win also for the direction by Roman Polanski and for the performances by Jack Nicholson and Faye Dunaway, the two main actors, and by John Huston as actor in a supporting role. This movie is 40 years old but it looks more recent: the rhythm is fast, the plot is engaging, the end leaves breathless. The love story between Evelyn and Noah takes shape in the middle of a mistery that is disclosed in the end, leaving the spectator with a bad taste and upset for a irreversible damage, that has no way out. “When it was released it was considered a new-noir; now, many years later, it could be included in the original noir movies” we read on the Chicago Sun-Times, highlighting its modernity. Even the costumes, that trace fashion of the late 30s, are up-to-date: the sunglasses with round lenses, the wide-brimmed hat, light colours in the shades of beige for the outerwear and printed ties. If you’ve never watched it, you have to. If you know it, it’s a masterpiece to rediscover. Jack Nicholson in “Chinatown”

PREVIEW IO DONNA SPECIALE UOMO – COOL MOUNTAIN

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