Archivio di aprile, 2014

MAD HATTERS

Se si escludono le declinazioni sportive, è da sempre un must nell’abbigliamento street style. Parliamo del cappello: un accessorio che ci rende immediatamente “speciali” . Indossarlo, dunque, significa dover prestare molta attenzione alle regole più rigide dell’eleganza. A sparigliare le carte ci ha pensato recentemente uno degli uomini di spettacolo più in del momento, Pharrell Williams, che col suo bizzarro copricapo, a metà fra un ranger canadese e un contadino peruviano, ha fatto molto parlare di sé agli scorsi Grammy Awards: pezzo vintage di una collezione di Vivienne Westwood di inizio anni ’80, è stato acquistato per poche centinaia di euro dal musicista nel 2009, prima di essere battuto all’asta poche settimane fa ad una cifra record di quasi 45mila dollari. Ma il cantante sembra affezionato a questo suo nuovo segno distintivo, tanto che anche nell’ultimo video, “Marylin Monroe”, ne sfoggia varianti in diversi colori. Il mondo della musica non è nuovo, comunque, a sperimentazioni in fatto di copricapi: prendete il rapper Usher, avvistato con un colbacco di pelliccia con tanto di coda di procione, il tutto reso ancora più American style da una giacca che richiama le fantasie dei costumi dei pellirossa. Più tradizionale ma anche più stentata la scelta di Justin Timberlake, invece, che ha optato per un essenziale fedora nero. Sfortunatamente nessuno gli ha fatto notare quanto fosse piccola la taglia. Se alla parola “fedora” nella vostra mente si è accesa la lampadina “Frank Sinatra” avete proprio ragione: il classico cappello a tronco di cono fasciato sopra la tesa ha fatto la storia della Hollywood degli anni d’oro e dei suoi divi immortali. Il suo fascino continua anche oggi, basti pensare ab Toni Servillo/Jep Gambardella; gran parte della sua allure da intellettuale è data sì da vestiti raffinati, ma soprattutto dai cappelli:  rigorosamente tradizionali e firmati da grandi marchi italiani come Borsalino e Panizza.

Le varianti classiche stregano anche oltreoceano e calzano a pennello perfino su un mascellone come Brad Pitt, qui immortalato alla Mostra del Cinema di Venezia del 2008 in un total look panna che lo caratterizza (letteralmente) dalla testa ai piedi. In fatto di copricapi, comunque, allontanarsi dalla tradizione significa automaticamente un abbassamento di toni che bisogna sempre affrontare con una certa cautela. Il comico e cantante britannico Russell Brand non è certo famoso per il suo gusto chic, e in tal senso questo suo berretto di lana grigia, affiancato a un parka pesante e a occhialoni coprenti, supera i canoni stessi dell’abbigliamento hobo, scadendo direttamente in quella categoria che potremmo nominare “homeless”. Non va meglio a uno degli attori americani più amati dalle donne, Ryan Reynolds: sarà l’espressione felice come quella di un agnellino la vigilia di Pasqua, ma la coppola grigia indossata dall’interprete di “Lanterna Verde” di certo non contribuisce a rallegrare un look che definire spento è dir poco. A ognuno il suo cappello, in definitiva, ma attenzione allo specchio prima di uscire di casa: potrebbe rivelare che il capo scoperto non è la peggiore delle soluzioni. Paolo Armelli (http://liberlist.wordpress.com/)

 

Except for its sporty variations, … Continua a leggere →

STYLE 2011

Stefano Sala, on the left, a typical mediterranean beauty in the “Riviera” remake by Michael Woolley. Styling by Luca Roscini.

PREVIEW STYLE MAGAZINE MAY 2014

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SPORTWEEK 26 APRILE 2014

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SCHEMA LIBERO SHORT SHIRT

Legend has it that Tom Ford dismissed out of hand one of his team’s designers due to his suggestion to include a short-sleeved shirt in the s/s collection. Actually, it’s not a really loved garment. Because it mustn’t be worn under the blazer (the cuff must always appear from the jacket’s sleeves), and it requires, in theory, tapered arms, that only a few have. But in the 40s and 50s it was in fashion, among style icons too. Well, this year the short-sleeved shirt is back: with floral/tropical prints, made of silk and viscose or cotton and linen. In the first case, it’s soft and fluid, suitable for an eccentric, young and self-confident man; in the second case, more “rigid”, suitable for both young and adults. Frank Sinatra at Lewisohn Stadium in NY, in 1943.