SETTE MAGAZINE EN VOGUE COME SI TRASFORMA LA PASSERELLA IN EVENTO
Fashion shows have become performances, live “narratives”. Yesterday unvarnished fashion walked the runway; today, set-up, music, lights and even invitations immediately introduce in the collection’s mood. Years ago all designers modeled in the Fair’s old location: the same halls, white walls, chairs and catwalks. Dolce & Gabbana were among the first to change location. In 1995, still in the old one, they displayed damasked for men: the idea of buying and restoring the old cinema Metropol wasn’t in their projects yet. Today, thanks to the magnificence of a (ex) movie theatre changed, by necessity, into a hall inspired by Visconti, that mediterranean romanticism is celebrated with a much more affecting intensity. Opposite feeling at Prada, able to surprising intuitions: every season her space changes scenography, and every time is a surprise: nothing shines through, not even from the invitation. In 2011, when she changed her fashion’s direction suggesting bright colours, a catwalk made of steel tubes and lighted up by neon lights. Two examples of excellence, totally opposing and totally brilliant. Above, from left, an outfit by Dolce & Gabbana (from Bazaar Uomo, 1995; ph. Rennio) and one by Prada (from max, 2011; ph. Tesh).
In pieno totale accordo Ale,ma un piccolo commento,visto che posso permettermelo.Certo quelle sale anonime senz’anima,immensi obitori,senza un appoggio,un’ispirazione(magari fossero stati lofts…)e con inutili,severissime regole tecniche da rispettare. Bene.con questi enormi limiti non pensi che siamo(sia)riuscito anche solo per mezz’ora a ricostruire,ad inventare,quello stage anonimo e squallido,in piccoli miracoli,magari non sempre riusciti,ma spesso coinvolgenti..per sorprendere,per mettere in bella copia quella collezione,per regalare agli ospiti un momento diverso,luci e musiche incluse?E dimenticare il resto,per concentrarsi laggiù in fondo, su un palcoscenico inventato? Byblos..per citare un nome……e da li iniziò un pò tutto…..mai scordare i “pionieri” caro Ale….those old good,courageous times……e grazie per avermi letto.Ti abbraccio, Nando.
Nando carissimo, la mia non era una critica, bensì una constatazione sulle evoluzioni del sistema. Ti dirò di più, non solo tu, voi, eravate bravissimi, ma i vestiti risaltavano di più (nel bene e nel male naturalmente). Sei un professionista eccellente e con le tue straordinarie scenografie, per non dire degli allestimenti a Pitti e a Milano, hai fatto un pezzo di storia della moda. Grazie per seguirmi così attentamente, per me è un onore. Alessandro