FASHION, MASCULINE NOUN

MODA: SOSTANTIVO MASCHILE

Di Alessandro Calascibetta

2011: ANNO ZERO.

Il decennio che comprende il periodo tra il 2000 e il 2010 assume particolare importanza per la sua funzione “di passaggio”, di traino tra il novecento – il   secolo breve – e il duemila; raccoglie l’eredità di un XX secolo pieno e significativo e la proietta verso il futuro. Questo momento di transito si è trovato a guidare anche le manifestazioni e le esperienze dell’uomo:  cultura, arte e non ultimo il costume. Ed è proprio un racconto del costume e della moda di questo decennio che, attraverso un percorso di immagini, si è voluto proporre al pubblico nella mostra MODA: SOSTANTIVO MASCHILE, inaugurata un anno fa a Milano con il patrocinio del Comune all’ex Spazio Ansaldo. Pur essendo appena trascorso e pur facendo fatica a mettere a fuoco l’unicità di questo decennio non si può cadere nel clichè del considerare questo periodo senza caratteristiche; in realtà è, nella sua espressione di moda e costume, molto distinto e rappresentativo. Si è assistito a una personalizzazione della moda che, se nel XX secolo, si faceva rappresentare da poche, grandissime maison, ora si esprime attraverso innumerevoli marchi diretti capillarmente al fruitore; in questo caso all’uomo che si veste e a cui piace vestirsi. Questo stesso uomo ha potuto in questo decennio appena trascorso scegliere, attraverso un’offerta più che democratica, l’abbigliamento che gli rassomiglia e che più lo rappresenta. Si torna così alla vera e primaria funzione dell’abito, e in ultima analisi della moda: rappresentare se stessi e la propria personalità, liberi da vincoli di gruppi di appartenenza o status come palesemente succedeva negli anni settanta e ottanta. Che questo decennio di passaggio abbia avuto nel costume questa funzione liberatoria è ancora più significativo per il fatto che si tratta di moda maschile, spesso considerata subalterna a quella femminile. L’uomo riesce a liberarsi dai vincoli del costume di rappresentanza impossessandosi di tutti gli stili in maniera trasversale: formale, sportivo, casual, dandy, personalizzandoli con emancipazione ed autonomia, ed è proprio questa nuova coscienza di sé che si affaccia al XXI secolo, che si è voluta descrivere in questa mostra. Rcs Mediagroup ha contibuito a raccontare il periodo 2000-2010 attraverso i suoi periodici di moda maschile: Max, Style Magazine, gli speciali uomo di Io Donna.  “Moda: sostantivo maschile” racconta iconograficamente  moda e modi, costume e personaggi attraverso le pagine redazionali delle testate maschili Rizzoli. L’allestimento della mostra, concepito dall arch. Mario Viscardi di Piano B, vuole ricreare una sorta di magazzino virtuale contenente gli archivi Rizzoli. Il visitatore veniva guidato attraverso un percorso di contenitori in cartone alveolare ecocompatibile all’interno dei quali si trovavano le foto di riferimento. Gli scatti di alcuni tra i più grandi fotografi di moda come Walter Chin, Giovanni Gastel, Toni Thorimbert, Michael Woolley, sono state selezionati e raccolti in quattro zone tematiche (formal, easywear, people, fashion). La mostra ha voluto essere altresì un omaggio al lavoro di stilisti di chiara fama internazionale, ma anche al team di designer che lavorano “all’ombra” di griffe altrettanto importanti e che non si espongono in prima linea ma ne sono i veri autori.

L’ ANNO ZERO 2011, il primo del decennio ’10, si è svolto senza grandi scossoni creativi: a breve riparte la stagione con le sfilate per le collezioni dell’ autunno inverno 11/12. Vedremo.

Photo Editor Luca Roscini
Publisher Marco Benzoni
Allestimento Mario Viscardi, Piano B
Ufficio Stampa Negri Firman
FASHION, MASCULINE NOUN.

2011 Zero-year.

The decade between 2000 and 2010 has been a transitional one, from the 1900 (the brief century), to the 2000, pickin up the meaningful legacy of the XX century and projecting it into the future. This transitional moment has been influential on people’s expressions and experiences: culture, art, and last but not least costume. And it is, indeed a tale of Fashion and Costume of the decade, the ”Fashion: Masculine Noun” exhibition, inaugurated last year at the Ex Spazio Ansaldo, Milan. Even though the decade just finished and it is still a bit out of focus, we shall not believe it didn’t have any distinctive features. It was in fact, a distinguished and rapresentative decade for fashion and culture. There has been a fashion mass-costumization process, previously only realized and rapresented by a few big Maisons of the XX Century, that is now much more visible and available to consumers, throw dozens and dozens of new labels. In this case, ”the consumer” is a man who knows how to dress up, and enjoys doing it. A man who can choose within a variegate and democratic offer, which kind of clothing is more suitable and appropriate for his own style.  So here we are, back to the primary function of menswear and fashion in general: being an expression of people’s personality, making them feel free from any restriction and status quo (far from what was going on in the 70s and 80s). Menswear itself has been such an important and liberating aspect of the costume history from the last decade, and this is quite meaningful if we consider it always came second place to womenswear. This new freedom of mixing and matching styles: formal, sporty, casual, dandy, wearing them with balance, is the main theme of the exhibition. Rcs Mediagroup has contribuited displaying the 2000-2010 decade with men’s fashion magazines like Max, Style Magazine and the Io Donna- Speciale Uomo supplements. Fashion: Masculine Noun”  tells a story about fashion, costume and people trough the pages of the men’s fashion magazines from the Rizzoli Group. The exhibition’s set up has been realized by the architect Mario Viscardi, who recreated a sort of virtual storage containing all the Rizzoli’s files. The guests have been guided through a way of ecofriendly-alveolar paper containers, each one holding the referenced images. The photos have been shot by some of the most famous fashion photographers of our time, like Walter Chin, Giovanni Gastel, Toni Thorimbert, Michael Woolley and all the pictures were assambled in four specific areas: formal, easywear, people, fashion. The exhibit is also a tribute to the major international fashion designers and to all those less known teams of designers who work in the shadows, being the real mind behind some huge fashion brands.

Zero-year 2011, the first decade of the 21st century ended without noteworthy creative explosions.

Next season, FW 11/12, is coming soon. We’ll see.

Photo Editor Luca Roscini
Publisher Marco Benzoni
Display Mario Viscardi, Piano B
Press Office Negri Firman
Lascia un commento: